pagine

venerdì 15 luglio 2016

Land of Mine - Sotto la sabbia



Trama
Nei giorni successivi la resa della Germania nel maggio 1945, un gruppo di giovani prigionieri di guerra tedeschi vengono inviati dalle autorità danesi lungo i confini della Danimarca con l'ordine di rimuovere più di due milioni di mine che i tedeschi avevano sotterrato nella sabbia lungo la costa. Con le loro mani nude i ragazzi sono costretti a svolgere questo pericoloso compito sotto la guida del sergente danese Carl Leopold Rasmussen.

Recensione:
Il film è realizzato benissimo ed è in grado di rendere il clima di costante tensione e le paure e il dolore patito da quei poveri ragazzi costretti a espiare le colpe del popolo tedesco.
Un film che bisogna assolutamente vedere almeno una volta nella vita.


Siti dove trovarlo:

Voto:
5/5

lunedì 9 maggio 2016

Diplomacy una notte per salvare Parigi



Trama
È la notte fra il 24 e il 25 agosto 1944. Gli Alleati stanno per liberare Parigi, ma il Fuhrer ha deciso che distruggerà la città per punire "l'arroganza dei francesi che credono che sia già finita". Le mine sono piazzate sotto Notre Dame, la torre Eiffel, il Louvre, l'Opera, l'Arco di Trionfo. Manca solo l'ordine definitivo affinché ponti, monumenti, stazioni saltino per aria, portando con sé circa 3 milioni di civili residenti nella Ville Lumière. Quell'ordine verrà dato all'alba dal generale Dietrich von Choltitz, capo del quartier generale tedesco a Parigi. Ma entra in scena Raoul Nordling, console svedese "nato e cresciuto a Parigi", che si intrufola nello studio di von Choltitz per cercare di dissuaderlo dal confermare quell'ordine fatale.
Tutti sappiamo com'è finita, perché Parigi continua a brillare con tutti i suoi gioielli. L'abilità della pièce teatrale Diplomatie di Cyril Gely, su cui è basato l'adattamento cinematografico ad opera dello stesso Gely e del regista Volker Schlondorff, è quella di ricreare la tensione di quelle ultime ore e tenerci in sospeso su quali saranno gli argomenti utili per convincere von Choltitz a cancellare la distruzione della capitale francese.

Schlondorff esamina un'altra pagina della Storia affrontando di petto il tema delle responsabilità - collettive e individuali, appunto - del nazismo, e lo fa tenendosi alla larga dagli stereotipi e dai luoghi comuni. Con una messinscena classica che concentra l'azione - puramente verbale - all'interno di una stanza, attraverso una grande attenzione ai dettagli - il bidet che transita durante la smobilitazione del quartier generale tedesco, la lampada di fortuna alla cui luce il generale deve leggere gli ordini di Himmler, il ticchettio dell'orologio che sottolinea l'urgenza della decisione - il regista racconta la storia di due uomini che hanno fatto la Storia rimanendo connessi alla loro umanità più profonda.

Recensione
Diplomacy racconta una storia sconosciuta ma importante: se quella notte del 24 agosto 1944 le cose non fossero andate così oggi Parigi non esisterebbe più, sarebbe stata inghiottita da una guerra in cui la vita umana non contava niente. In un periodo in cui entrambe le parti, l'asse e gli alleati, erano pronte a radere al suolo intere città, basta pensare a Dresda e a Varsavia, due uomini hanno fatto la scelta giusta salvando una delle città più belle d'Europa.
Il film ricostruiscemolte bene la Parigi dilaniata dopo quattri anni di guerra, la ferma decisione dei tedeschi di combattere strada per strada, palazzo per palazzo ma soprattutto l'odio della popolazione francese nei confronti di un nemico che li aveva oppressi per quattro lunghi anni. La fotografia è buona e il film è abbastanza scorrevole. Inoltre l'abilità degli attori ha permesso di rendere al meglio quei momenti drammatici, anche grazie al fatto che ci siano un francese e un tedesco ha certamente contribuito a ritrarre i due protagonisti, von Choltitz e il console svedese innamorato della Francia, come esseri umani a tutto tondo, ognuno dotato di ragioni condivisibili per agire in un modo piuttosto che in un altro, in particolare nel momento in cui Coltiz deve prendere la decisione piu difficile della sua vita.
"Lei cosa farebbe al mio posto?", chiede il generale al diplomatico, ma è come se lo chiedesse a noi, perché è impossibile chiamarsi fuori dal dilemma che riguarda il suo personaggio. In ballo ci sono i legami famigliari, il futuro di una città e di due nazioni, la paura, l'onore. E soprattutto "il limite oltre il quale l'obbedienza smette di essere un dovere", davanti ad un ordine criminale voluto da un regime vendicativo e brutale.
Non aggiungo altro perché non voglio anticiparvi troppo il film.

Siti dove trovarlo:
 https://youtu.be/MFlMgPiers8

Voto:
Del sito:
5/5

Del sondaggio:


giovedì 24 marzo 2016

Vajont la diga del disonore



Il film tratta gli avvenimenti che accompagnarono la costruzione della diga del Vajont ed il disastro che, nel 1963, costò la vita a circa duemila persone. La vicenda reale viene raccontata intrecciandola con la storia d'amore di Olmo Montaner, che nel film è uno dei pochi sopravvissuti alla tragedia, ma è in realtà un personaggio del tutto inventato (anche se forse, in parte, è ispirato al geometra Giancarlo Rittmeyer che la sera della tragedia era di sorveglianza sulla diga).

Trama
Era il 9 ottobre del 1963 quando 260 milioni di metri cubi di terra e rocce del monte Toc si staccarono e franarono nel lago artificiale della diga del Vajont. L'anomala, immensa onda relativa sommerse Longarone. Morirono oltre 2000 persone. Si parlò si fatalità, ma non era così. C'era stato chi aveva previsto la tragedia essendo la diga costruita su un terreno inadatto. La giornalista Tina Merlin cercò di portare alla luce la verità, indagando fra omertà e scarichi di responsabilità. Un funzionario si tolse la vita. Il processo, durato decenni, produsse solo condanne ridicole. Martinelli racconta tutto questo cercando di mediare lo spettacolo (troppi effetti speciali e addirittuta "esagerati") e l'inchiesta. La Morante è brava ma fin troppo aggressiva. La vera Merlin non era così. Ma, si sa, il cinema ha le sue licenze. Film, comunque, benemerito.

Recensione
Il film narra l'amore tra Olmo Montaner e Ancilla e sullo sfondo gli eventi dalla costruzione della diga (a cui Olmo lavora) fino al terribile disastro del 9 ottobre 1963. Il film ricostruisce in modo accurato gli intrighi dietro la costruzione della diga e i tentativi di varie persone di avvertire le persone del pericolo costituito da questa.
Le stesse azioni compiute da Olmo Montaner durante la notte del disastro sono ispirate alle azioni del geometra Giancarlo Rittmeyer che però morì nel corso dell'incidente.
Il film merita di essere visto dato che ricostruisce uno dei peggiori disastri nell'Italia del dopoguerra.

Siti dove trovarlo:
Su Dailymotion potete trovare il film completo in italiano:
http://www.dailymotion.com/video/x2cex17_vajont-la-diga-del-disonore-2001_shortfilms/

Voto
Secondo noi:
4/5
Secondo il sondaggio:

mercoledì 23 marzo 2016

Generation war



Generation War (in tedesco Unsere Mütter, unsere Väter, letteralmente Le nostre madri, i nostri padri) è una miniserie TV tedesca in tre parti prodotta dalla ZDF e andata in onda per la prima volta in Germania e Austria nel marzo2013, mentre in Italia è stata suddivisa in due parti, andate in onda per la prima volta venerdì 7 e sabato 8 febbraio 2014.

Trama
La vicenda prende il via nel 1941, durante laseconda guerra mondiale, quando cinque amici tedeschi, di età compresa tra i 18 e i 21 anni, si trovano ad una piccola festa per festeggiare la partenza dei fratelli Winter, rispettivamente ufficiale e soldato dell'esercito tedesco, e di Charlotte,crocerossina, per il nuovo fronte orientale, alla vigilia dell'inizio dell'operazione Barbarossa. I tre sono in compagnia di Viktor e Greta: il primo, figlio di un apprezzato sarto, non può partecipare alla guerra in quanto ebreo, mentre la seconda, che ha una relazione con lui a dispetto delle leggi di Norimberga, ha ambizioni di diventare cantante.
I cinque sono convinti che la guerra durerà pochissimo e che l'Armata Rossa sarà presto sconfitta, giurando di ritrovarsi il Natale dello stesso anno nello stesso posto, ma gli eventi che seguiranno frustreranno le loro speranze, sconvolgendo le loro vite.

Recensione
Il film ci da uno sguardo unico sulla Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista di cinque amici, le cui vite verranno travolte inesorabilmente. La particolarità del film è che non si sofferma solo su un aspetto la situazione al fronte, l'olocausto, la resistenza, la vita dei civili in Germania ma li mostra tutti: il fronte orientale con gli occhi di Wilhelm Winter (Volker Bruch) , del fratello minore Friedhelm Winter (Tom Schilling) e dell'infermiera Charlotte (Miriam Stein), la vita civile con gli occhi di Greta Müller (Katharina Schüttler), la deportazione degli ebrei e la resistenza con gli occhi di Viktor Goldstein (Ludwig Trepte).Si tratta di tutti punti di vista che raramente si vedono normalmente nei film sulla Seconda Guerra Mondiale, ma che mostrano una realtà importante e molto diversa da quella scritta sui libri di storia. Lo consiglio vivamente a coloro a cui interessa avere uno sguardo diverso su una delle pagine più terribili della storia umana.
 
Siti dove trovarlo:
•La prima parte in italiano la trovate sul sito rai:

Voto:
Questo è il voto secondo me:
4/5
Questo è il voto ottenuto dal sondaggio:

martedì 9 febbraio 2016

Il massacro della foresta di Teutoburgo (situazione generale )

Augusto nelle sue res gesta si vantava di aver chiuso per ben tre volte l'accesso al tempio di Giano. Quando Roma era in guerra si aprivano le porte del tempio di Giano in modo tale che il dio potesse aiutare i romani a vincere.
Statua di Augusto 

Ma in realtà tranne nel caso della Partia,  egli grazie ai figli Tiberio e Druso e a vari generali, aveva iniziato una serie di campagne che gli permisero di ingrandire l'impero.

Ed è proprio in questo periodo che l'esercito romano subisce la sua più grande sconfitta ad opera dei barbari.
È il 9 d.C., Augusto ha promosso varie campagne tra cui alcune in Germania, durante una di queste muore il figlio Druso cadendo da cavallo (9 a.C.), tra queste spicca quella guidata da Quintilio Varo, che al comano di tre legioni si era addentrato all'interno della Germania.
Alla fine della campagna mentre le legioni iniziano il ritorno viene consegnato a Varo un messaggio in cui un contingente chiedeva di essere soccorso. Varo perciò decide di accorrere in soccorso del contingente. Crede si tratti di una delle frequenti rivolte dei germani ma ciò che non sa è che il responsabile di questi attacchi è Arminio comandante della cavalleria ausiliaria, uomo in cui Varo ripone molta fiducia.
Busto di Arminio

Così grazie a uno stratagemma, di cui non sappiamo molto, Arminio riesce a far cambiare percorso alle legioni romane e a farle dirigere verso la foresta di Teutoburgo.
È il luogo ideale per tendere un'imboscata, infatti è una fitta foresta con poco spazio di manovra per i legionari, che saranno intralciati dai numerosi civili che li seguono.
Legionari in marcia nella foresta di Teutoburgo 

lunedì 4 gennaio 2016

Il sonderkommando elbe

Tutti conosciamo i kamikaze giapponesi , che con i loro attacchi provocarono morte e distruzione,(circa 4500 attacchi che provocarono più di 5000 morti).



Caccia zero giapponese 


Ma meno conosciute sono le missioni suicide della Luftwaffe.

All'inizio del 1945 la situazione è terribile: ormai il terzo Reich sta crollando, i russi avanzano da est e gli americani e gli inglesi da ovest, le città tedesche vengono pesantemente bombardate senza sosta. A questo punto un comandante della Luftwaffe chiamato Hans Joachim Herman propone una sconvolgente idea: usare i numerosi bf109 non per abbattere i bombardieri nemici ma per speronarli in modo tale da convincere gli Alleati a cancellare almeno temporaneamente i bombardamenti contro le città tedesche, in modo tale da permettere al Reich di produrre abbastanza messeschmett me262 per riprendere il controllo dei cieli. 



Vignetta rappresentante un bf109 che sperona un bombardiere




Bombardiere danneggiato da un bf109




Hans Joachim Herman

Ma è solo dopo che la città di Dresda venne rasa al suolo che l'alto comando tedesco accetta la sua proposta. La nuova unità aerea prende il nome si "sonderkommando elbe". Data la mancanza di piloti si accettano volontari i quali sono consapevoli che hanno solo il 10% di possibilità di sopravvivere. I piloti mal addestrati a causa della mancanza di carburante salgono su bf109 senza più la corazzatura e armati di una sola  mitragliatrice con sessanta proiettili.



Messeschmett bf109


Ma c'è una differenza fondamentale tra il "sonderkommando elbe" e i kamikaze giapponesi: gli zero erano equipaggiati con esplosivo e benzina extra, quindi quando l'aereo colpiva l'obiettivo esplodeva uccidendo il pilota, mentre quando il bf109 colpiva un bombardiere non esplodeva ma andava in pezzi, quindi il pilota aveva la possibilità di paracadutarsi e sopravvivere alla missione. La prima e unic missione dell'unità avvenne il 7 aprile 1945, 180 bf109 decollarono per intercettare uno squadrone di 1300 bombardieri,scortato da 800 caccia. Lo squadrone fu attaccato più volte e riportò varie perdite. 28 bombardieri andarono distrutti, ma i tedeschi ne avevano subite molte di piu, ben 60 o 70 piloti e circa 133 aerei. Perciò il 17 aprile 1945 il "sonderkommando elbe" fu ufficialmente sciolto.



Bf109 del sonderkommando elbe abbattuto


domenica 3 gennaio 2016

L'offensiva delle Ardenne ( situazione generale )

L'offensiva delle Ardenne ( situazione generale )


L'offensiva delle Ardenne è stata l'ultima grande offensiva tedesca della seconda guerra mondiale. Il nome tedesco dell'operazione era " operazione Herbstnebel" (nebbia autunnale), il nome originale  " Watch am Rhein" (guardia sul Reno) venne sostituito per motivi di sicurezza. Ma passa alla storia come "La battaglia dei giganti" o come "Battle of Bulge".








Nel dicembre del 1944 gli Alleati si preparavano ad assestare un colpo definitivo al terzo Reich, che nonostante tutto continuava a resistere: sul fronte orientale i Sovietici avanzavano rapidamente annientando tutte le divisioni tedesche che gli si opponevano, mentre sul fronte occidentale gli alleati cercavano di aprirsi un varco nella linea Sigfrido. Ma Hitler era ancora sicuro che il terzo Reich avrebbe vinto la guerra. Perciò ordina di preparare una grande offensiva per respingere gli Alleati e conquistare Anversa. Nei suoi piani ciò gli avrebbe permesso di respingere gli alleati e di distruggerli, dopo si sarebbe occupato dei Russi. Ma per far sì che il suo piano funzionasse bisognava attaccare in un luogo poco sorvegliato dagli Alleati: le Ardenne. In quelle fredde fe desolate foreste erano dislocate poche unità composte prevalentemente da soldati appena arruolati. Questa decisione provocherà un enorme bagno di sangue, che non porterà alcun vantaggio ai tedeschi.